LETTERATURA torna alla homepage
PRECICERONIANA CICERONIANA AUGUSTEA IMPERIALE RISORSE
     
Ovidio


  Cerca







Progetto Ovidio - database

 

 


 torna alla pagina precedente
 passim precedente

autore
brano
 
Apuleio
Metamorfosi (l'asino d'oro), X, 34
 
originale
 
34. Postquam finitum est illud Paridis iudicium, Iuno quidem cum Minerva tristes et iratis similes e scaena redeunt, indignationem repulsae gestibus professae, Venus vero gaudens et hilaris laetitiam suam saltando toto cum choro professa est. Tunc de summo montis cacumine per quandam latentem fistulam in excelsum prorumpit vino crocus diluta sparsique deflens pascentis circa capellas odoro perpluit imbre, donec in meliorem maculatae speciem canitiem propriam luteo colore mutarent. Iamque tota suae fraglante cavea montem illum ligneum terrae vorago decepit. Ecce quidam miles per mediam plateam dirigit cursum petiturus iam populo postulante illam de puplico carcere mulierem, quam dixi propter multiforme scelus bestis esse damnatam meisque praeclaris nuptiis destinatam. Et iam torus genialis scilicet noster futurus accuratissime disternebatur lectus Indica testudine perlucidus, plumea congerie tumidis, veste serica floribus. At ego praeter pudorem obeundi publice concubitus, praeter contagium scelerae pollutaeque feminae, metu iam mortis maxime cruciabar sic ipse mecum reputans, quod in amplexus Venerio scilicet nobis cohaerentibus, quaecumque ad exitium mulieris bestia fuisset immissa, non adeo vel prudentia sollers vel artificio docta vel absistentia frugi posset provenire, ut adiacentem lateri meo laceraret mulierem, mihi vero quasi indemnato et innoxio parceret.
 
traduzione
 
Dunque, terminato il giudizio di Paride, Giunone e Minerva, deluse entrambe e indispettite, uscirono dalla scena, manifestando a gesti il loro disappunto per l'umiliazione subita; Venere, invece, giuliva e sorridente espresse nella danza la sua gioia, ch'ella esegu? con tutto il suo corteggio. A un tratto, dalla cima del monte, attraverso un tubo nascosto sprizz? in alto un getto di vino misto a zafferano che ricadendo qua e l? come una pioggia profumata, bagn? le capre che pascolavano l? intorno facendole pi? belle, tutte d'oro, da bianche che erano. E mentre il profumo soave si spandeva per tutto il teatro, s'apr? una voragine e il monte di legno sprofond? sotto terra. Allora il popolo cominci? a reclamare che fosse portata dal pubblico carcere la donna che, come dissi, per i suoi molti crimini, era stata condannata alle belve, ma che prima avrebbe dovuto accoppiarsi con me in un amplesso fuori del comune; e mentre un soldato, traversando di corsa il teatro, andava a prelevarla, gi? veniva allestito il letto con molta cura, il nostro letto nuziale, a intarsi lucenti di tartaruga orientale, tutto cuscini di piume e coperto di un ricco drappo di seta. Quanto a me, per?, oltre alla vergogna di dovermi produrre in pubblico, alla ripugnanza che mi suscitava quella scellerata e ignobile femmina, ero angosciato dal timore che avrei fatto anch'io una brutta fine: ?E se, putacaso,? andavo almanaccando, ?proprio mentre noi siamo attaccati, a qualcuno venisse il ghiribizzo di mandar dentro una belva per far fuori la donna, mica quella sar? tanto intelligente e cos? bene ammaestrata o con tanto poco appetito da sbranare la donna distesa al mio fianco e risparmiare me, solo per il fatto che non ho subito condanne e sono innocente.?
 

aggiungi questa pagina ai preferiti aggiungi ai preferiti imposta progettovidio come pagina iniziale imposta come pagina iniziale  torna su

tutto il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti, ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski

  HOMEPAGE

  SEGNALA IL SITO

  FAQ 

ideatore, responsabile e content editor NUNZIO CASTALDI (bukowski)
powered by www.weben.it

Licenza Creative Commons
i contenuti di questo sito sono coperti da Licenza Creative Commons